Le opere lasciateci dal fascismo.

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Le opere lasciateci dal fascismo.

Le opere lasciateci dal fascismo: tra retorica e realtà.

Sia molto chiaro, anzi, chiarissimo.
Mussolini non è mai stato nei miei orizzonti. Non sono un “nostalgico” anche perché quella parte di Storia l’ ho vissuta personalmente subendone le conseguenze. Questa immagine illustra quale sia il mio pensiero riguardo le due dittature !

E’ innegabile però che il regime fascista abbia avuto un impatto positivo significativo sull’Italia, dal punto di vista architettonico e territoriale. ma non solo su questi.

Su Internet ho trovato molte notizie delle molte opere lasciateci in eredità dal famigerato e nefasto regine fascista. Non ho trovato però opere di simile grandezza dovute al comunismo nei paesi dell’ Est Europeo e vorrei conoscerle. Chi ne è a conoscenza me le segnali, molte grazie.


Per iniziare, un esempio.

Il grande mosaico nell’Aula Magna della Sapienza, l’Università di Roma “La Sapienza” realizzato tra il 1935 e il 1938, è intitolato “Minerva protettrice delle arti e delle scienze” ed è opera di Mario Sironi.

Il mosaico raffigura la dea Minerva, dea romana della sapienza e della guerra, al centro di una composizione simmetrica che celebra le arti e le scienze. Ai lati di Minerva si trovano figure allegoriche delle diverse discipline, tra cui la filosofia, la medicina, l’architettura e la giurisprudenza. In alto, il mosaico è coronato da un’aquila, simbolo dell’Impero Romano.

Il mosaico di Sironi è considerato una delle opere più importanti del periodo fascista e rappresenta l’ideale di cultura e progresso propugnato dal regime. Tuttavia, il mosaico è stato anche oggetto di critiche per la sua celebrazione del potere e per l’utilizzo di immagini che richiamano la simbologia fascista.

Controversie.

Nonostante le controversie, il mosaico della Sapienza rimane un’opera d’arte di grande valore storico e artistico. E’ una testimonianza importante del periodo fascista e della sua influenza sulla cultura italiana che però è stato nascosto alla vista di tutti per molti anni dopo la caduta del fascismo per evitare iò pericolo che venisse distrutto dalle forze progressiste di sinistra. Ora è stato reso finalmente visibile, ma non è detto che questo pericolo sia cessato, e vediamo il perché:

C’era una volta il fascismo, periodo buio della storia italiana ma, ricco di opere artistiche e architettoniche. Ora, queste opere fanno a pugni con l’antistoricità delle sinistre che le vorrebbero distruggere. Una sorta di “damnatio memoriae“, un’espressione latina che significa “condanna della memoria”. Questo termine denota la totale e deliberata cancellazione di uno specifico individuo dalle fonti storiche. Tale condanna viene attuata tramite l’alterazione, abrasione o distruzione di ritratti, iscrizioni e altri documenti, e se possibile anche la demolizione di opere architettoniche.

Riesce difficile però, pensare al ripaludamento di tutta la Pianura Pontina e all’abbattimento delle 5 città fondate dal quel regime, che fu nefasto per i motivi che tutti conosciamo, ma luminoso per altri.

C’è chi teme che la loro conservazione sia una glorificazione del regime, un inno alla dittatura. Altri invece più realisticamente le vedono come testimonianze storiche da non dimenticare.

La verità?

Sta nel mezzo, come sempre. Conservare non significa approvare, distruggere non significa dimenticare. L’importante è che di queste opere si parli, si discuta, si rifletta. Perché la storia non si cancella, si impara. E per imparare, bisogna guardare in faccia anche le pagine più buie. Ma una cosa è certa: la storia del fascismo, con tutte le sue contraddizioni e i suoi orrori, continuerà a far discutere ancora per molto tempo.


Forse pochi lo sanno. Tra le opere più celebri troviamo le 5 “città di fondazione”: Latina (ex Littoria): nata nel 1932 come “città modello” del fascismo, con ampi spazi verdi e architettura razionalista.

  1. Latina: Fondata nel 1932.
  2. Sabaudia: Costruita nel 1934.
  3. Pontinia: Fondata nel 1935.
  4. Guidonia Montecelio: Creata nel 1928.
  5. Carbonia: Fondata nel 1938.

La grande bonifica Pontina:

La bonifica dell’Agro Pontino, nota anche come “Grande Bonifica Pontina“, fu un’opera di ingegneria idraulica iniziata nel 1928 e conclusasi negli anni ’60, con l’obiettivo di risanare una vasta zona paludosa situata nel Lazio meridionale, tra Roma e il litorale tirrenico.

Importanza:

  • Trasformazione ambientale: La bonifica ha portato alla trasformazione di un territorio malsano e improduttivo in una zona agricola fertile e abitabile. Questo ha permesso di incrementare la produzione agricola e di creare nuove opportunità di lavoro per la popolazione locale.
  • Sviluppo economico: La bonifica ha contribuito allo sviluppo economico dell’intera regione, favorendo la nascita di nuove industrie e infrastrutture.
  • Simbolo del regime fascista: La bonifica fu utilizzata dal regime fascista come simbolo della sua capacità di realizzare grandi opere e di trasformare l’Italia.

Impatti:

Oltre agli aspetti positivi, per qualcuno la bonifica ha avuto anche degli impatti negativi:

  • Danno ambientale: La bonifica ha portato alla distruzione di parte degli ecosistemi palustri, con la perdita di biodiversità.
  • Impatto sociale: La bonifica ha comportato l’esproprio di terreni da parte dello Stato e lo spostamento di alcune comunità locali.
  • Uso di manodopera a basso costo: La bonifica fu realizzata in parte utilizzando manodopera a basso costo, tra cui prigionieri politici.

Eredità:

La bonifica dell’Agro Pontino è stata un’opera complessa che ha avuto un impatto positivo molto profondo sul territorio e sulla popolazione locale. Ancora oggi, alcuni ne discutono i pro e i contro, ma davanti alla grandezza dei PRO, i CONTRO svaniscono.


Oltre a queste, il fascismo ha realizzato anche:

A Roma:

  • Palazzo della Civiltà Italiana e del Lavoro (Colosseo Quadrato):
    un’icona in marmo travertino con arcate e statue monumentali, destinato a celebrare la civiltà italiana (mai completato).
  • EUR:
    quartiere moderno per l’Esposizione Universale del 1942, con viali ampi, edifici razionalisti e statue colossali. Tra i suoi gioielli: Palazzo dei Congressi, Palazzo della Luce e Palazzo della Civiltà del Mare. L’ obelisco di Piazza Guglielmo Marconi, le “sinistre” lo volevano abbattere ma infine dovettero desistere.
  • Stadio dei Marmi:
    progettato per le Olimpiadi del 1936, ospitò gare di atletica e ginnastica. Caratterizzato da una tribuna in marmo bianco e statue di atleti.
  • Foro Italico:
    complesso sportivo monumentale che celebra l’ideale fascista di virilità e salute. Comprende lo Stadio dei Marmi, il Foro Mussolini (oggi Piazza del Foro Italico), il Palazzo del CONI e diverse statue e fontane.

Via dei Fori Imperiali:
nuova strada del 1932 che collega il Colosseo al Vittoriano, fiancheggiata da edifici neoclassici e con una vista spettacolare sui Fori Romani.

Altri esempi di opere lasciateci dal fascismo.

  • Palazzo delle Poste Centrali: in Piazza San Silvestro, con il suo stile razionalista.
  • Ministero dell’Aeronautica: in Viale dell’Astronomia, altro esempio di razionalismo.
  • Ponte Duca d’Aosta: ponte in cemento armato che attraversa il Tevere.
  • Stazione Termini: la principale stazione ferroviaria di Roma, ristrutturata in stile fascista negli anni ’30.

Caratteristiche dell’architettura fascista:

  • Monumentalità: per trasmettere potenza e grandiosità.
  • Forme geometriche semplici: cubi, cilindri e parallelepipedi.
  • Materiali: marmo, travertino e cemento armato.
  • Sculture e decorazioni: celebranti il regime, i suoi valori e i suoi leader.
  • Stile Razionalista. Il Razionalismo è un movimento artistico nato in Europa all’inizio del XX secolo, che ha avuto un impatto significativo sull’architettura, il design e l’urbanistica. Si basa sull’idea che la forma e la funzione di un edificio dovrebbero essere strettamente correlate e che l’architettura dovrebbe essere progettata per migliorare la vita delle persone.

Palazzo della Borsa a Milano (1928), progettato da Giuseppe Terragni.

Un’eredità controversa:

L’architettura razionalista del fascismo rappresenta un capitolo complesso e discusso della storia italiana. Indubbiamente ha lasciato un segno tangibile con opere imponenti e innovative.

Altre opere fondate nel Ventennio fascista:

Il ventennio fascista in Italia ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del paese. Oltre alle politiche oppressive e alla violenza, il regime fascista ha realizzato numerose opere pubbliche che hanno contribuito a trasformare l’aspetto del territorio italiano. Vediamo alcune di queste opere:

  1. Progetti imponenti:
    • Durante il periodo fascista, furono avviati progetti di costruzione di scuolecase popolari ed edifici pubblici in tutta Italia. Questi interventi non solo migliorarono le infrastrutture, ma servirono anche come mezzi di propaganda per il regime, creando consenso tra i cittadini.
    • Inoltre, vennero effettuati interventi di risanamento e bonifica di aree urbane precedentemente inutilizzabili.
  2. Opere di bonifica:
    • Negli anni ’20, fu varata la legge Mussolini sulla Bonifica Integrale, con l’obiettivo di eliminare le zone paludose e acquitrinose in Italia. Questo non solo liberò terre per l’agricoltura, ma soprattutto aiutò a combattere la malaria, ancora diffusa nelle campagne.
    • La bonifica più celebre è quella già citata della Pianura Pontina, che interessò parte dell’attuale provincia di Latina.
    • Durante il ventennio fascista, si assistette anche al potenziamento della rete stradale e ferroviaria italiana, con miglioramenti significativi.
  3. Altre opere:
    • porti vennero ristrutturati e resi nuovamente accessibili.
    • Anche nelle colonie, come in Africa, furono effettuate migliorie, come la costruzione di strade.
    • L’obiettivo era trasformare l’Italia in una nazione moderna e funzionale, attraverso una serie di progetti di sviluppo e infrastrutturali.

Opere sociali del Fascismo: tra luci e ombre.

Il Fascismo, pur nella sua natura dittatoriale e repressiva, ha realizzato diverse opere sociali che hanno avuto un impatto significativo sulla vita degli italiani. Tra le più importanti ricordiamo:

1. Assistenza sociale:

  • Opera Nazionale Dopolavoro (OND): nata nel 1927, aveva l’obiettivo di organizzare il tempo libero dei lavoratori attraverso attività sportive, culturali e ricreative. L’OND ha avuto un grande successo e ha contribuito a migliorare la qualità della vita di molti italiani.
  • Istituto Nazionale Fascista per la Previdenza Sociale (INPS): fondato nel 1933, ha unificato e ampliato il sistema previdenziale italiano, introducendo pensioni di invalidità e vecchiaia, assegni familiari e indennità di disoccupazione. L’INPS ha rappresentato un passo avanti importante nella tutela dei lavoratori e delle loro famiglie.

2. Infrastrutture:

  • Costruzione di strade, ferrovie e acquedotti: il regime fascista ha investito molto nella realizzazione di infrastrutture, modernizzando la rete di trasporti e portando acqua potabile in molte zone d’Italia. Queste opere hanno contribuito a migliorare la vita quotidiana di milioni di persone e a favorire lo sviluppo economico del paese.
  • Bonifica di terreni paludosi: il Fascismo ha bonificato vaste aree paludose, soprattutto nel Lazio e in Toscana, rendendole coltivabili e abitabili. Queste bonifiche hanno permesso di aumentare la produzione agricola e di migliorare le condizioni di vita di molte persone che vivevano in zone malariche.
3. Educazione:
  • Riforma scolastica: la riforma Gentile del 1923 ha introdotto l’esame di Stato e ha potenziato l’istruzione tecnica e professionale. Questa riforma ha avuto un impatto positivo sulla qualità dell’istruzione italiana e ha contribuito a preparare i giovani al mondo del lavoro.
  • Opera Nazionale Balilla (ONB) e Gioventù Italiana del Littorio (GIL): queste organizzazioni giovanili avevano sì, l’obiettivo di educare i giovanissimi all’ideologia fascista e di prepararli al servizio militare, ma li preparavano anche a divenire cittadini rispettosi delle Leggi e nel rispetto degli altri, oltre a favorirne uno sviluppo corporeo armonico per mezzo dei vari sport.
  • Oltre alle opere sopracitate, il Fascismo ha realizzato anche altri interventi in campo sociale, come la costruzione di case popolari e la creazione di asili nido.

È importante sottolineare che le opere sociali del Fascismo erano spesso strumentalizzate per il regime. L’obiettivo era infatti quello di creare consenso e di rafforzare il potere di Mussolini. Tuttavia, non si può negare che queste opere abbiano avuto un impatto positivo sulla vita di molti italiani. Ancora oggi, se non per tutti, sono fonti di ammirazione.

Altre innumerevoli opere ormai appartenenti alla Storia.

Arte Italiana del ‘900 Non è nostagia di un tempo che fortunatamente fu. E’ qualcosa che è rimasto a noi che è ancora è di molta utilità.

In fine.

In definitiva, anche le opere sociali del Fascismo rappresentano un aspetto complesso e contraddittorio della storia italiana. Da un lato, hanno contribuito a migliorare la vita di molti italiani. Dall’altro, sono state spesso strumentalizzate per il regime e hanno contribuito a rafforzare il suo consenso. È importante valutare queste opere con sguardo critico, tenendo conto del contesto storico in cui sono state realizzate e senza il malanimo alimentato da ideologie che invece di unire tendono a dividere!


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dr Zeno Pagliai.

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