La Vita e la Freccia del 2° Principio Della Termodinamica.

Si, lo so bene come qualcuno preferisca pensare a come si cornifichino vicendevolmente gli appartenenti alle varie Royal Family. Oppure dopo quanti giorni o settimane essi si cambino le mutande, ma oggi mi è affiorato alla mente questo pensierino. Ve lo passo al fine di non pensare a certe corna o mutande che siano!
Tutto il rispetto per gli atei rispettosi degli altri, ma nessun rispetto per chi li dileggi.
La nascita della Vita e il 2° Principio della Termodinamica.
L’Illusione dell’Entropia Invertita: Un’Ironica Riflessione sulla Complessità della Vita.
La nostra comprensione dell’universo è fondamentalmente legata alla direzione in cui scorre il tempo, quella che chiamiamo “freccia del tempo“. Questa freccia, lungi dall’essere un concetto astratto, rappresenta la realtà tangibile e osservabile della progressione universale verso stati di maggiore disordine ed entropia.
La Freccia Termodinamica e l’Illusoria Inversione dell’Entropia
Si definisce freccia del tempo il fenomeno reale e osservabile per cui un sistema fisico evolve da uno stato iniziale X al tempo t ad uno stato finale X* ad un tempo t* (con t*>t), e non ritornerà mai allo stato X in nessun istante successivo. Questa definizione, apparentemente semplice, nasconde la profonda verità della seconda legge della termodinamica: l’entropia di un sistema isolato può solo aumentare nel tempo.
Oh, ma che meraviglia sarebbe se l’entropia potesse, per un capriccioso caso cosmico, invertire la sua direzione! Immaginiamo la scena: tazze rotte che spontaneamente si ricompongono, uova che si ricostruiscono dal loro stato di frantumazione, e organismi complessi che emergono miracolosamente dalla zuppa primordiale senza alcun intervento esterno. Che spettacolo affascinante sarebbe osservare molecole disordinate che decidono improvvisamente di organizzarsi in strutture biologiche intricate, solo perché l’entropia ha avuto un momento di distrazione!
La verità, naturalmente, è che l’universo non funziona attraverso questi “fortunati incidenti” di inversione entropica. Secondo l’ipotesi del Big Bang, l’Universo era inizialmente molto caldo, con energia distribuita uniformemente, e mentre si espande, la sua temperatura diminuisce, lasciando progressivamente meno energia disponibile per svolgere lavoro utile. Questa è la realtà termodinamica incontrovertibile che regola il nostro cosmo.
L’Irrefutabile Paradosso della Complessità Emergente. La Vita e la Freccia del 2° Principio Della Termodinamica
Chi sostiene che la vita complessa possa emergere da spontanee inversioni della freccia termodinamica si trova di fronte a un paradosso irrisolvibile: come può un processo fondamentalmente orientato verso il disordine generare spontaneamente ordine crescente? È come aspettarsi che un’esplosione in una tipografia produca l’opera completa di Shakespeare.
La freccia psicologica del tempo, quella che ci permette di percepire la differenza tra passato e futuro, è determinata in ultima analisi proprio dalla freccia termodinamica, e per questo motivo entrambe puntano nella stessa direzione. La nostra stessa capacità di formare ricordi e concepire il futuro è un sottoprodotto di questa realtà termodinamica fondamentale.
Per ricordare qualcosa, la nostra memoria passa da uno stato disordinato a uno stato più ordinato, o da uno stato ordinato a un altro, e questo processo richiede energia che inevitabilmente aumenta il disordine nel resto dell’universo. Non esiste un processo mnemonico, cognitivo o biologico che sfugga a questa legge fondamentale.
La filosofia e l’Irrefutabile Paradosso della Complessità Emergente.
La Volontà Cosmica di Schopenhauer e la Necessità dell’Intenzionalità.
Se la vita complessa non può emergere da casuali inversioni entropiche, da dove proviene? Il pensiero filosofico di Arthur Schopenhauer offre una prospettiva illuminante. Schopenhauer identifica nella “volontà di vivere” (Wille zum Leben) la forza primordiale e irrazionale che spinge all’esistenza. Questa volontà non è un semplice desiderio umano, ma una forza cosmica fondamentale.
«La volontà vuole tutto sempre e di nuovo, la volontà spiega tutto. Una volontà che cessasse di volere non sarebbe più tale». Questa osservazione di Schopenhauer rivela come la vita, lungi dall’essere un accidente termodinamico, rappresenti l’espressione di una volontà intrinseca all’universo stesso. La complessità della vita non è il risultato di un caso fortunato, ma l’oggettivazione di questa volontà primordiale.
Guardando alla vita attraverso la lente schopenhaueriana, comprendiamo che «nulla è difficile per coloro che hanno la volontà». La vita stessa diventa l’espressione di questa volontà cosmica che supera le barriere dell’entropia crescente attraverso la sua forza intrinseca, non attraverso improbabili inversioni casuali delle leggi della termodinamica.
L’Inconfutabile Necessità di una Volontà Trascendente
La vita, come nota profondamente un’altra riflessione filosofica, «è una resistenza continua all’inerzia che tenta di sabotare il nostro volere più profondo. Chi si stanca di volere, vuole il nulla». Questa resistenza all’inerzia entropica non può essere il prodotto di un caso o di una fluttuazione statistica. Richiede, invece, una forza direzionale, una volontà trascendente che agisca contro la naturale tendenza dell’universo verso il disordine.
L’idea che la complessità della vita sia emersa da spontanee inversioni della freccia entropica è equivalente a credere che un uragano possa, passando attraverso un deposito di rottami, assemblare un Boeing 747 perfettamente funzionante. Non è solo improbabile – è matematicamente e fisicamente impossibile senza una forza organizzatrice trascendente.
Ogni tentativo di spiegare la complessità crescente della vita senza ricorrere a una forma di volontà o intenzione si scontra inevitabilmente con le leggi fondamentali della termodinamica. Possiamo chiamare questa forza “volontà cosmica”, “principio organizzatore” o con qualsiasi altro nome, ma la sua necessità logica rimane incontestabile..
Conclusione: La Necessaria Intenzionalità della Vita.
L’ironia suprema sta nel fatto che proprio coloro che cercano di spiegare la vita come un accidente entropico finiscono per dimostrare, involontariamente, la necessità di una forza organizzatrice trascendente. La freccia termodinamica del tempo, lungi dall’essere un ostacolo alla comprensione dell’origine della vita, diventa la prova più convincente che la vita debba essere stata intenzionalmente voluta da una forma di volontà cosmica.
Un po’ di filosofia.
Come disse Schopenhauer, attraverso il corpo scopriamo che la realtà delle cose ci concerne, siamo nel mondo come una sua parte; difatti vogliamo, desideriamo certe cose e certe altre le evitiamo. Questa volontà di vivere, questa resistenza all’entropia, questo principio organizzatore che genera e mantiene la complessità contro ogni probabilità termodinamica, rappresenta l’essenza stessa del mistero della vita.
La freccia del tempo, con la sua inesorabile direzione verso l’entropia crescente, non è nemica della vita, ma la cornice necessaria che ci permette di comprendere che la vita stessa non può essere un accidente, ma deve essere necessariamente voluta.
Io perà dico che gli atei duri e puri non ammetteranno mai la veridicità di quanto sopra esposto, dimostrando una durezza mentale adamantina e un’ottusità pari a quella di chi, osservando un sonetto di Shakespeare, insiste nel sostenere che sia stato prodotto dal casuale rovesciamento di un cassetto di caratteri tipografici, ignorando deliberatamente l’improbabilità matematica di tale evento e rifiutando di considerare la necessità logica di un principio ordinatore, sia esso chiamato volontà cosmica, intenzione trascendente o qualsiasi altro nome che la filosofia abbia tentato di attribuirgli attraverso i millenni della riflessione umana sull’enigma della complessità emergente.
Il Mondo Multidisciplinare di Zeno Pagliai.
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