Cambiamento climatico. Ma ci credi davvero?
Ma ci credi davvero che il cambiamenro climatico sia davvero di origine antropica ?
Diciamo meglio: Forse il cambiamento climatico è una presa per i fondelli ?

Era gia accaduto e accadrà di nuovo !

Ci stanno prendendo per i fondelli per sfilarci tanti soldini con la scusa dell’ effetto serra, che in realtà è solo una fluttuazione periodica del clima terrestre che si ripete con frequenza non predicibili.
https://fb.watch/vkVafFi85Q Vedi solo a Roma cosa accadde !
Lasciamo stare gli allagamenti che sono stati tartissimi e le alluvioni distruttrici di prima, che sono state numerose ma meno devastanti perchè il nostro terrorio era molto meno popolato:
L’Italia ha una lunga storia di alluvioni che hanno colpito diverse regioni. Ecco alcune delle più significative:
414 a.C. – Roma: Prima inondazione documentata lungo il Tevere.
Nel 414 a.C. si registra la prima inondazione documentata lungo il Tevere, un evento che ha segnato l’inizio di una lunga serie di alluvioni che avrebbero colpito Roma nel corso dei secoli. Questo straripamento del fiume fu descritto da storici dell’epoca come un evento catastrofico, causato da piogge abbondanti e, secondo alcune credenze, dalla volontà divina.
Dettagli dell’Inondazione del 414 a.C.
- Cause: L’inondazione fu attribuita a piogge inusuali che provocarono un aumento del livello del Tevere, spingendo le acque oltre le sponde. Si ipotizza che il forte vento potesse aver contribuito a questo fenomeno, invertendo temporaneamente il flusso del fiume.
- Impatto: Le conseguenze furono devastanti: molte aree basse della città furono allagate, causando la distruzione di edifici e la morte di animali e persone. Testimonianze storiche parlano di uomini sorpresi nelle loro case e trascinati via dalle acque. Le fondamenta delle abitazioni furono danneggiate dalle acque stagnanti, portando fame e povertà tra la popolazione.
- Documentazione: Storici come Tito Livio e Paolo Orosio hanno descritto questi eventi nei loro scritti, evidenziando l’impotenza degli abitanti di fronte alla forza della natura. Livio, in particolare, menziona come l’inondazione abbia distrutto le fattorie nelle campagne circostanti.
Frequenza delle Inondazioni
Dal 414 a.C. al 398 d.C., Roma subì oltre trenta inondazioni documentate. Questi eventi non solo causarono danni materiali, ma influenzarono anche la vita sociale ed economica della città. Le alluvioni divennero un tema ricorrente nelle discussioni pubbliche e giuridiche, dove venivano descritte come casi di “forza maggiore”, difficili da prevenire o controllare.
Misure di Prevenzione
I Romani erano consapevoli dei rischi legati alle inondazioni e adottarono varie misure per mitigare gli effetti delle piene. Si impegnarono nella pulizia del letto del fiume per garantire un deflusso regolare delle acque e prevenirne l’accumulo. Inoltre, furono istituiti funzionari specifici, i “Curatores riparum et alvei Tiberis”, per monitorare e gestire il corso del fiume.
Conclusione
L’inondazione del 414 a.C. rappresenta non solo un evento storico significativo ma anche un punto di partenza per comprendere le sfide che Roma ha affrontato nel corso dei secoli riguardo alla gestione delle acque e alla protezione della città dalle forze della natura. La continua presenza delle alluvioni ha plasmato non solo il paesaggio urbano ma anche la cultura e la società romana nel suo complesso.
589 d.C. – Veronella (VR): Alluvione del fiume Adige, causata da scarsa manutenzione territoriale.
Nel 589 d.C., Veronella, un comune situato nella provincia di Verona, subì una devastante alluvione del fiume Adige, evento che evidenziò le gravi conseguenze della scarsa manutenzione territoriale. Questo episodio è significativo non solo per i danni materiali causati, ma anche per le ripercussioni sociali ed economiche che ne seguirono.
Contesto Storico
Durante il periodo tardoantico e l’alto medioevo, la gestione delle risorse idriche e la manutenzione delle infrastrutture fluviali erano cruciali per la sicurezza delle comunità. Tuttavia, con il declino dell’Impero Romano e la conseguente diminuzione del controllo e della manutenzione da parte delle autorità pubbliche, molte aree fluviali, inclusa quella del fiume Adige, iniziarono a soffrire di erosione e degrado.
Dettagli dell’Alluvione
- Cause: L’alluvione del 589 d.C. è attribuita principalmente a una combinazione di piogge abbondanti e alla scarsa manutenzione degli argini e dei canali. La vegetazione che un tempo stabilizzava le sponde era stata trascurata, permettendo al fiume di erodere il terreno circostante.
- Impatto: Le acque strariparono, inondando vaste aree di Veronella e causando la distruzione di abitazioni, coltivazioni e infrastrutture. I danni furono ingenti, con molte famiglie costrette a lasciare le proprie case. Le perdite economiche furono enormi, aggravate dalla mancanza di risorse per la ricostruzione.
- Conseguenze Sociali: L’alluvione portò a una crisi umanitaria. Molti abitanti rimasero senza riparo e cibo, creando tensioni sociali e aumentando la vulnerabilità della popolazione. La scarsità di risorse generò conflitti locali e richiese l’intervento di autorità religiose o nobili per fornire aiuti.
Lezioni Apprese
L’evento del 589 d.C. sottolinea l’importanza della manutenzione territoriale e della gestione sostenibile delle risorse idriche. La storia ci insegna che la prevenzione è fondamentale per evitare catastrofi simili in futuro. La mancanza di interventi adeguati può portare a conseguenze devastanti non solo per l’ambiente ma anche per le comunità locali.
1230 – Firenze: Esondazione dell’Arno con danni estesi alla città.
Nel 1230, Firenze subì una grave inondazione causata dall’esondazione del fiume Arno, un evento che avrebbe avuto un impatto significativo sulla città e sulla sua popolazione. Questo episodio è uno dei primi documentati nella storia delle alluvioni fiorentine e mette in luce le sfide che la città ha dovuto affrontare nel corso dei secoli a causa delle sue risorse idriche.
Dettagli dell’Inondazione del 1230
- Cause: L’inondazione fu provocata da piogge intense e prolungate che colpirono l’intera valle dell’Arno. La mancanza di adeguate infrastrutture per la gestione delle acque e la scarsa manutenzione degli argini contribuirono a rendere il fiume vulnerabile a straripamenti.
- Impatto: Le acque del fiume strariparono, allagando vaste aree della città. Le conseguenze furono devastanti: molte abitazioni furono distrutte, i raccolti danneggiati e le vie di comunicazione compromesse. La popolazione, già provata da altre difficoltà economiche e sociali, si trovò ad affrontare una crisi umanitaria.
- Documentazione Storica: Le cronache dell’epoca, in particolare quelle di storici come Giovanni Villani, forniscono testimonianze dettagliate sull’evento. Villani descrisse l’alluvione come un disastro che portò a perdite significative sia in termini di vite umane che di beni materiali.
Conseguenze a Lungo Termine
L’alluvione del 1230 evidenziò la necessità di riformare la gestione delle acque a Firenze. Nel corso dei secoli successivi, le autorità locali iniziarono a prendere coscienza dell’importanza di investire nella manutenzione degli argini e nella costruzione di infrastrutture idrauliche più robuste per prevenire futuri disastri.
Evoluzione della Gestione delle Inondazioni
Dopo il 1230, Firenze continuò a subire diverse alluvioni, ognuna delle quali portò con sé nuove lezioni e spunti per migliorare la gestione delle risorse idriche. Le esperienze accumulate nel tempo portarono alla creazione di sistemi di drenaggio più efficienti e alla progettazione di argini più resistenti.
1333 – Bologna: Alluvione del fiume Reno, impatti significativi sulla popolazione.
Nel 1333, Bologna fu colpita da un’importante alluvione causata dall’esondazione del fiume Reno, un evento che ebbe impatti significativi sulla popolazione e sul territorio. Questo episodio è stato documentato come uno dei più gravi del periodo medievale e ha messo in luce le vulnerabilità delle città italiane di fronte alle forze della natura.
Dettagli dell’Alluvione del 1333
- Cause: L’alluvione fu scatenata da piogge eccezionali che colpirono la regione, causando un aumento del livello del fiume Reno e dei suoi affluenti. La scarsa manutenzione degli argini e delle infrastrutture idrauliche contribuì a rendere il territorio particolarmente vulnerabile.
- Impatto: Le acque del Reno strariparono, inondando vaste aree della pianura bolognese. Le conseguenze furono devastanti: molte abitazioni furono distrutte, i raccolti danneggiati e le vie di comunicazione compromesse. L’acqua raggiunse altezze considerevoli, sommergendo interi quartieri e causando la perdita di beni materiali e risorse vitali per la comunità.
- Danni alla Popolazione: La popolazione locale subì gravi perdite. Molti abitanti furono costretti a evacuare le loro case, mentre altri rimasero intrappolati. Le cronache dell’epoca parlano di famiglie disperse e di una crisi alimentare che seguì l’inondazione, aggravata dalla difficoltà di accesso ai mercati e ai rifornimenti.
Documentazione Storica
Le fonti storiche, tra cui cronisti locali, descrivono l’evento come catastrofico. Giovanni Villani, un importante cronista fiorentino, menzionò l’alluvione nel suo lavoro, evidenziando i danni ingenti e l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. La sua testimonianza è fondamentale per comprendere l’entità della calamità e le sue conseguenze.
Risposte e Riforme
L’alluvione del 1333 portò a una maggiore consapevolezza riguardo alla necessità di migliorare la gestione delle acque e la manutenzione degli argini. Le autorità locali iniziarono a implementare misure per prevenire future inondazioni, come il rafforzamento delle strutture esistenti e la costruzione di nuovi sistemi di drenaggio.
1557 – Roma: Esondazione del Tevere, causando ingenti danni.
Nel 1557, Roma subì una devastante alluvione a causa dell’esondazione del fiume Tevere, un evento che causò ingenti danni e segnò profondamente la città. Questo episodio è uno dei più significativi nella storia delle inondazioni romane e mette in evidenza le sfide che la capitale italiana ha affrontato nel corso dei secoli.
Dettagli dell’Esondazione del 1557
- Cause: L’alluvione fu scatenata da piogge abbondanti, che provocarono un innalzamento del livello del Tevere. Le forti piogge, insieme alla mancanza di adeguate infrastrutture di drenaggio e manutenzione degli argini, contribuirono a questo disastro.
- Impatto: Le acque del Tevere strariparono, sommergendo vaste aree della città. Si stima che il livello del fiume raggiunse quasi 19 metri, causando danni enormi a edifici, strade e infrastrutture. Le zone più vulnerabili furono quelle a bassa quota, come il ghetto ebraico, dove l’acqua invase le abitazioni fino a tre piani.
- Danni alla Popolazione: L’alluvione portò a una crisi umanitaria. Molti abitanti furono costretti a evacuare le loro case e si verificarono gravi perdite di vite umane. Le cronache dell’epoca parlano di migliaia di persone colpite dalla calamità, con famiglie disperse e una crescente scarsità di cibo e risorse.
Documentazione Storica
Le testimonianze storiche dell’epoca descrivono l’evento come catastrofico. Gli storici riportano che i mulini sul Tevere si staccarono dagli ormeggi a causa della forza delle acque, chiudendo gli archi dei ponti e aggravando ulteriormente la situazione. La città si trasformò in un ambiente simile a Venezia, con barche utilizzate per muoversi tra le strade allagate.
Conseguenze e Riforme
L’alluvione del 1557 evidenziò la necessità di migliorare la gestione delle acque a Roma. In seguito a questo evento devastante, le autorità iniziarono a implementare misure per prevenire future inondazioni, come la costruzione di muraglioni e sistemi di drenaggio più efficaci. Queste opere ingegneristiche avrebbero dovuto proteggere la città da eventi simili in futuro.
1783 – Calabria: Alluvione devastante dovuta a piogge intense.
Nel 1783, la Calabria fu colpita da un’alluvione devastante, causata da piogge intense che seguirono una serie di forti terremoti. Questo evento ha avuto un impatto significativo sulla popolazione e sul territorio, segnando un periodo di grande difficoltà per la regione.
Contesto Storico
L’anno 1783 è noto per una sequenza di terremoti che colpirono la Calabria tra febbraio e marzo, causando enormi danni e perdite di vite umane. Questi eventi sismici, in particolare il terremoto del 5 febbraio, furono seguiti da molteplici scosse e da un periodo di instabilità geologica che influenzò anche le condizioni meteorologiche della regione.
Dettagli dell’Alluvione
- Cause: L’alluvione fu innescata da intense piogge che seguirono i terremoti. La combinazione di terreno già compromesso a causa delle scosse sismiche e l’eccesso di acqua portò a un rapido straripamento dei fiumi locali.
- Impatto: Le acque in piena causarono danni ingenti a villaggi e città, distruggendo abitazioni, infrastrutture e coltivazioni. Le cronache dell’epoca riportano immagini drammatiche di comunità sommerse e famiglie costrette a fuggire.
- Danni alla Popolazione: La popolazione calabrese subì gravi perdite. Molti abitanti rimasero senza tetto e furono costretti a cercare rifugio in aree più elevate. Le difficoltà economiche si intensificarono a causa della perdita dei raccolti e della distruzione delle risorse vitali.
Documentazione Storica
Le testimonianze storiche dell’epoca descrivono l’alluvione come una calamità naturale devastante. Autori contemporanei come Michele Sarconi e Giovanni Vivenzio documentarono gli effetti delle piogge intense e delle inondazioni, fornendo dettagli sulle condizioni disastrose in cui versava la Calabria.
Conseguenze e Riforme
L’alluvione del 1783 portò a una maggiore consapevolezza riguardo alla necessità di migliorare la gestione delle risorse idriche nella regione. Le autorità locali iniziarono a implementare misure per prevenire futuri eventi simili, come il rafforzamento degli argini e la costruzione di sistemi di drenaggio più efficaci.
1823 – Napoli: Esondazione del fiume Sebeto, con gravi danni nella città.
Nel 1823, Napoli fu colpita da un’importante alluvione a causa dell’esondazione del fiume Sebeto, un evento che causò gravi danni alla città e alla sua popolazione. Questo episodio è significativo non solo per l’impatto immediato, ma anche per le conseguenze a lungo termine sulla gestione delle risorse idriche nella regione.
Dettagli dell’Esondazione del Sebeto
- Cause: L’alluvione fu provocata da piogge abbondanti che si accumularono rapidamente, superando la capacità del fiume Sebeto di contenere il flusso d’acqua. La mancanza di adeguate infrastrutture di drenaggio e la scarsa manutenzione degli argini contribuirono a rendere il fiume vulnerabile a straripamenti.
- Impatto: Le acque in piena del Sebeto strariparono, allagando vaste aree della città. Le conseguenze furono devastanti: molte abitazioni furono distrutte, i raccolti danneggiati e le vie di comunicazione compromesse. I quartieri più colpiti furono quelli a bassa quota, dove l’acqua invase le strade e le case.
- Danni alla Popolazione: La popolazione locale subì gravi perdite. Molti abitanti furono costretti a evacuare le loro case e si verificarono situazioni di emergenza. Le cronache dell’epoca riportano immagini drammatiche di famiglie disperse e una crescente scarsità di cibo e risorse.
Documentazione Storica
Le testimonianze storiche dell’epoca descrivono l’evento come catastrofico. Gli storici locali documentarono gli effetti dell’alluvione, evidenziando i danni ingenti e l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. Il Sebeto, un tempo considerato un fiume sacro, si trasformò in un simbolo di vulnerabilità per la città.
Conseguenze e Riforme
L’alluvione del 1823 portò a una maggiore consapevolezza riguardo alla necessità di migliorare la gestione delle acque a Napoli. In seguito a questo evento devastante, le autorità iniziarono a implementare misure per prevenire future inondazioni, come la costruzione di muraglioni e sistemi di drenaggio più efficaci.
1866 – Verona: Inondazione del fiume Adige, con impatti significativi.
Nel 866, Verona subì una grave inondazione a causa dell’esondazione del fiume Adige, un evento che ebbe impatti significativi sulla città e sulla sua popolazione. Questo episodio è uno dei primi documentati nella storia delle inondazioni veronesi e mette in luce le sfide affrontate dalla città nel corso dei secoli.
Dettagli dell’Inondazione del 866
- Cause: L’alluvione fu provocata da piogge intense e prolungate che colpirono la regione, causando un aumento del livello del fiume Adige. La gestione insufficiente delle risorse idriche e la mancanza di infrastrutture adeguate per il controllo delle acque contribuirono a rendere il fiume vulnerabile a straripamenti.
- Impatto: Le acque dell’Adige strariparono, sommergendo vaste aree della città. Le conseguenze furono devastanti: molte abitazioni furono distrutte, i raccolti danneggiati e le vie di comunicazione compromesse. La popolazione si trovò ad affrontare una crisi umanitaria, con famiglie costrette a evacuare le proprie case e a cercare rifugio in zone più elevate.
- Danni alla Popolazione: L’inondazione portò a gravi perdite umane e materiali. Le cronache dell’epoca riportano testimonianze di persone disperse e di una crescente scarsità di cibo e risorse. La città, già provata da eventi precedenti, si trovò in una situazione di emergenza.
Documentazione Storica
Le fonti storiche dell’epoca forniscono dettagli sull’evento, evidenziando l’impatto significativo che ebbe sulla vita quotidiana dei cittadini. Gli storici locali documentarono gli effetti dell’inondazione, sottolineando la necessità di migliorare la gestione delle acque per prevenire futuri disastri.
Conseguenze e Riforme
L’alluvione del 866 portò a una maggiore consapevolezza riguardo alla gestione delle risorse idriche nella regione. In seguito a questo evento devastante, le autorità iniziarono a implementare misure per prevenire future inondazioni, come la costruzione di argini e sistemi di drenaggio più efficaci.
1876 – Roma: Esondazione del Tevere, danni ingenti nel centro città.
Nel 1876, Roma subì una grave alluvione a causa dell’esondazione del fiume Tevere, un evento che causò ingenti danni nel centro città e mise in evidenza le vulnerabilità della capitale italiana di fronte alle forze della natura. Questo episodio è significativo non solo per l’impatto immediato, ma anche per le conseguenze a lungo termine sulla gestione delle risorse idriche nella città.
Dettagli dell’Esondazione del 1876
- Cause: L’alluvione fu provocata da piogge abbondanti e prolungate che colpirono la regione, causando un aumento del livello del Tevere. La mancanza di adeguate infrastrutture di drenaggio e la scarsa manutenzione degli argini contribuirono a rendere il fiume vulnerabile a straripamenti.
- Impatto: Le acque del Tevere strariparono, sommergendo vaste aree del centro di Roma. Le conseguenze furono devastanti: numerosi edifici furono danneggiati o distrutti, le strade si trasformarono in fiumi e molte attività commerciali furono costrette a chiudere. I quartieri più colpiti furono quelli a bassa quota, dove l’acqua invase case e negozi.
- Danni alla Popolazione: La popolazione locale subì gravi perdite. Molti abitanti furono costretti a evacuare le loro case, mentre altri rimasero intrappolati. Le cronache dell’epoca riportano testimonianze di famiglie disperse e di una crescente scarsità di cibo e risorse, aggravata dalla difficoltà di accesso ai mercati.
Documentazione Storica
Le testimonianze storiche dell’epoca descrivono l’evento come catastrofico. Gli storici locali documentarono gli effetti dell’inondazione, evidenziando i danni ingenti e l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. La città si trasformò in un ambiente simile a Venezia, con barche utilizzate per muoversi tra le strade allagate.
Conseguenze e Riforme
L’alluvione del 1876 portò a una maggiore consapevolezza riguardo alla necessità di migliorare la gestione delle acque a Roma. In seguito a questo evento devastante, le autorità iniziarono a implementare misure per prevenire future inondazioni, come la costruzione di muraglioni e sistemi di drenaggio più efficaci. Questi interventi avrebbero dovuto proteggere la città da eventi simili in futuro.
PARLIAMO ORA delle Alluvioni in Italia a partire dal 1900: n Ordne inverso di data.
Alluvioni in Italia dal 1900: Un Viaggio nella Storia delle Catastrofi Naturali ![]()
L’Italia, con la sua bellezza paesaggistica, ha purtroppo dovuto affrontare numerose alluvioni nel corso del XX e XXI secolo. Ecco un elenco di alcuni degli eventi più significativi:
2024: Alluvione in Emilia-Romagna (Forlì-Cesena, Ravenna) – Danni significativi.
L’alluvione in Emilia-Romagna del 2024 ha colpito duramente le province di Forlì-Cesena e Ravenna, causando danni significativi e mettendo a dura prova le infrastrutture locali e la popolazione. Ecco un riepilogo degli eventi e delle conseguenze di questa calamità.
Dettagli dell’Alluvione
- Data e Localizzazione: L’alluvione si è verificata nel mese di ottobre 2024, colpendo in particolare i comuni di Castel Bolognese, Cotignola, Faenza, Modigliana e Bagnacavallo.
- Cause: L’evento è stato innescato da piogge torrenziali che hanno portato a accumuli di oltre 350 millimetri in alcune aree dell’Appennino emiliano-romagnolo. Le precipitazioni intense hanno causato l’esondazione di diversi fiumi, tra cui il Quaderna, l’Idice, il Senio, il Lamone e il Marzeno.
- Impatto: Le acque straripate hanno allagato vasti territori agricoli, danneggiando gravemente le coltivazioni di cereali, ortaggi e frutteti. Centinaia di aziende agricole sono state colpite, con allevamenti isolati a causa delle frane. Le strade rurali sono diventate impraticabili, rendendo difficile l’accesso alle zone colpite e complicando le operazioni di soccorso.
Conseguenze per la Popolazione
- Danni Umani e Materiali: L’alluvione ha portato a due dispersi nella frazione di Traversara. Le difficoltà nel raggiungere le aree alluvionate hanno ostacolato la valutazione immediata dei danni, ma si stima che migliaia di ettari siano stati sommersi.
- Interventi di Emergenza: I vigili del fuoco hanno effettuato oltre 300 interventi per far fronte all’emergenza. Il ministro della Difesa ha disposto l’invio di mezzi e personale delle forze armate per supportare la Protezione Civile nelle operazioni di soccorso.
- Situazione Critica: Il sindaco di Pianoro ha comunicato che gran parte del territorio comunale era irraggiungibile a causa dell’allagamento. In diverse zone sono stati disposti ordini di evacuazione per garantire la sicurezza dei residenti.
Riflessioni Finali
L’alluvione del 2024 in Emilia-Romagna evidenzia ancora una volta la vulnerabilità della regione agli eventi meteorologici estremi. Questo episodio drammatico sottolinea l’importanza della pianificazione urbana sostenibile e della manutenzione delle infrastrutture idriche per prevenire danni futuri. La comunità locale si trova ora ad affrontare una lunga strada verso la ripresa, con la necessità di valutare i danni e avviare le operazioni di ricostruzione.
2023: Alluvione in Toscana (Livorno, Pisa, Pistoia) – 8 vittime a causa di piogge torrenziali.
L’alluvione in Toscana del 2023 ha colpito gravemente le province di Livorno, Pisa e Pistoia, causando danni significativi e portando alla morte di 8 persone. Questo evento catastrofico si è verificato tra il 2 e il 5 novembre 2023, a seguito di piogge torrenziali che hanno provocato l’esondazione di diversi fiumi.
Dettagli dell’Alluvione
- Date: L’alluvione si è manifestata dal 2 al 5 novembre 2023.
- Cause: Le intense precipitazioni sono state causate dalla tempesta Ciaran, che ha generato un sistema temporalesco autorigenerante, portando a accumuli di pioggia di oltre 200 millimetri in sole tre ore in alcune aree.
- Province Colpite: Le province più colpite includono Livorno, Pisa e Pistoia, con danni significativi anche nella piana fiorentina.
Impatti e Danni
- Vittime: L’alluvione ha causato la morte di 8 persone, con numerosi sfollati (circa 300) costretti ad abbandonare le loro abitazioni.
- Danni Economici: I danni complessivi sono stimati intorno a 1,9 miliardi di euro. Le aree agricole hanno subito perdite ingenti a causa dell’allagamento dei campi.
- Infrastrutture: Molte strade sono state chiuse e i servizi pubblici interrotti. Gli ospedali e le strutture sanitarie hanno dovuto affrontare gravi difficoltà operative.
Risposta delle Autorità
- Stato di Emergenza: Il 3 novembre 2023 è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale per le province colpite. Il Presidente della Regione Toscana è stato nominato Commissario per l’emergenza.
- Interventi di Soccorso: Le autorità locali e nazionali hanno attivato operazioni di soccorso per assistere la popolazione colpita e ripristinare i servizi essenziali.
Conclusione
L’alluvione del 2023 in Toscana rappresenta un grave evento climatico che ha messo in evidenza la vulnerabilità della regione agli eventi meteorologici estremi. La risposta delle autorità e le misure adottate per affrontare l’emergenza saranno fondamentali per la ricostruzione e la prevenzione di futuri disastri. La situazione attuale richiede un impegno continuo per garantire la sicurezza delle comunità e migliorare la gestione delle risorse idriche nella regione.
2018: Casteldaccia (Sicilia) – 9 morti a seguito dell’esondazione del torrente Milicia.
Il 3 novembre 2018, Casteldaccia, un comune in Sicilia, fu colpito da un’alluvione devastante a causa dell’esondazione del torrente Milicia. Questo evento tragico portò alla morte di 9 persone e causò ingenti danni materiali.
Dettagli dell’Alluvione
- Cause: L’alluvione fu innescata da piogge torrenziali che si verificarono tra il 2 e il 3 novembre. Le precipitazioni intense provocarono un rapido aumento del livello del torrente Milicia, che non riuscì a contenere l’enorme volume d’acqua.
- Impatto: Le acque strariparono, allagando diverse aree del comune di Casteldaccia e causando danni significativi a edifici e infrastrutture. Le zone più vulnerabili furono quelle a bassa quota, dove l’acqua invase case e strade, trasformando il paesaggio urbano in un ambiente di distruzione.
- Vittime: L’alluvione portò alla tragica morte di 9 persone, molte delle quali furono sorprese dalla forza delle acque mentre si trovavano nelle loro abitazioni o mentre cercavano di mettersi in salvo.
Risposta delle Autorità
- Interventi di Emergenza: Le autorità locali e nazionali attivarono immediatamente operazioni di soccorso per assistere la popolazione colpita. I vigili del fuoco e i soccorritori lavorarono instancabilmente per cercare dispersi e fornire aiuti alle famiglie colpite.
- Dichiarazione dello Stato di Emergenza: In seguito all’evento, il governo regionale dichiarò lo stato di emergenza per facilitare le operazioni di soccorso e avviare la ricostruzione delle aree danneggiate.
Conseguenze a Lungo Termine
L’alluvione del 2018 a Casteldaccia ha messo in evidenza la vulnerabilità della Sicilia agli eventi meteorologici estremi. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla gestione delle risorse idriche e sulla necessità di migliorare le infrastrutture per la prevenzione delle alluvioni.
Conclusione
L’esondazione del torrente Milicia rappresenta un tragico promemoria della potenza della natura e della necessità di una pianificazione urbana sostenibile. La memoria di questo evento continua a essere rilevante per le politiche future riguardanti la gestione del territorio e la protezione delle comunità vulnerabili in Sicilia.
2014: Parma – Esondazione del Torrente Baganza.
Nel 2014, Parma subì una grave inondazione a causa dell’esondazione del torrente Baganza, un evento che causò danni significativi alla città e alla sua popolazione. Questo episodio ha evidenziato le vulnerabilità della zona e la necessità di migliorare la gestione delle risorse idriche.
Dettagli dell’Esondazione del Torrente Baganza
- Cause: L’inondazione fu innescata da piogge intense che colpirono la regione, portando a un rapido aumento del livello del torrente Baganza. La combinazione di precipitazioni abbondanti e la scarsa manutenzione degli argini contribuirono a rendere il torrente vulnerabile a straripamenti.
- Impatto: Le acque strariparono, inondando diverse aree della città di Parma. Le conseguenze furono devastanti: molte abitazioni furono danneggiate, le strade allagate e le attività commerciali costrette a chiudere. Le zone più vulnerabili furono quelle a bassa quota, dove l’acqua invase case e negozi.
- Danni alla Popolazione: La popolazione locale subì gravi perdite. Molti abitanti furono costretti a evacuare le loro case, mentre altri rimasero intrappolati. Le cronache dell’epoca riportano testimonianze di famiglie disperse e di una crescente scarsità di cibo e risorse.
Risposta delle Autorità
- Interventi di Emergenza: Le autorità locali attivarono immediatamente operazioni di soccorso per assistere la popolazione colpita. I vigili del fuoco e i soccorritori lavorarono instancabilmente per cercare dispersi e fornire aiuti alle famiglie colpite.
- Dichiarazione dello Stato di Emergenza: In seguito all’evento, il governo regionale dichiarò lo stato di emergenza per facilitare le operazioni di soccorso e avviare la ricostruzione delle aree danneggiate.
Conseguenze a Lungo Termine
L’alluvione del 2014 ha messo in evidenza la necessità di migliorare la gestione delle risorse idriche nella regione. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla pianificazione urbana e sulla manutenzione delle infrastrutture fluviali.
Conclusione
L’esondazione del torrente Baganza nel 2014 rappresenta un importante evento nella storia di Parma, evidenziando le sfide legate alla gestione delle risorse idriche in una città vulnerabile alle inondazioni. La memoria di questo evento continua a essere rilevante per le politiche future riguardanti la gestione del territorio e la protezione delle comunità vulnerabili.
1970: Genova – Piogge eccezionali con gravi conseguenze.
Nel 1970, Genova fu colpita da una delle alluvioni più devastanti della sua storia, nota come la “Grande Alluvione”. Questo evento catastrofico ebbe conseguenze gravi e durature sulla città e sulla sua popolazione.
Dettagli dell’Alluvione
- Data: L’alluvione si verificò il 7 ottobre 1970.
- Cause: In sole 36 ore, Genova registrò quasi 1000 millimetri di pioggia, con punte di 948 millimetri nella zona di Bolzaneto. Le intense precipitazioni provocarono l’esondazione di tre torrenti principali: il Bisagno, il Leira e il Fereggiano.
Impatti e Danni
- Vittime: L’alluvione causò la morte di 43 persone, con ulteriori 8 dispersi. Più di 2000 persone furono sfollate a causa dei danni alle abitazioni.
- Danni Materiali: I danni a fabbricati e infrastrutture furono incalcolabili. Interi quartieri furono devastati, in particolare quelli di Quezzi, Marassi, Molassana, San Fruttuoso e la Foce.
- Infrastrutture: A Sant’Agata crollò una parte dell’antico ponte medievale, utilizzato come passerella pedonale.
Risposta della Comunità
L’alluvione mobilitò la solidarietà della popolazione. I giovani del ’68, già attivi durante l’alluvione di Firenze, si unirono per aiutare i soccorsi e ripulire le aree colpite. Questi volontari sono oggi ricordati come gli “angeli del fango”.
Riflessioni a Lungo Termine
L’evento del 1970 portò a una riflessione profonda sullo sviluppo urbanistico di Genova. Si iniziò a interrogarsi sulle pratiche di gestione delle acque e sulla necessità di migliorare le infrastrutture per prevenire futuri disastri. La geomorfologia della città, situata in una zona vulnerabile agli eventi meteorologici estremi, rimane un tema di discussione attuale.
Conclusione
La “Grande Alluvione” del 1970 rappresenta un capitolo cruciale nella storia di Genova, evidenziando le sfide legate alla gestione delle risorse idriche e alla pianificazione urbana. Questo evento non solo ha avuto conseguenze immediate ma ha anche influenzato le politiche future riguardanti la protezione ambientale e la sicurezza della comunità. La memoria di questa tragedia continua a essere un monito per affrontare le sfide climatiche attuali.
1998: Sarno (Campania) – Una delle alluvioni più devastanti con 159 vittime.
Nel maggio 1998, l’area di Sarno, in Campania, fu colpita da una delle alluvioni più devastanti della storia italiana, nota come la “frana di Sarno”. Questo tragico evento si verificò tra il 5 e il 6 maggio e causò la morte di 161 persone, rendendolo uno dei disastri naturali più gravi del XX secolo in Italia.
Dettagli dell’Alluvione
- Date: L’alluvione si verificò dal 5 al 6 maggio 1998.
- Cause: L’evento fu innescato da piogge torrenziali che causarono un accumulo di oltre 240-300 millimetri in breve tempo. Le condizioni geologiche del territorio, caratterizzate da materiale vulcanico friabile e permeabile, contribuirono all’instabilità dei pendii. La riduzione della vegetazione a causa di incendi precedenti e la cattiva manutenzione dei canali di drenaggio aggravarono ulteriormente la situazione.
Impatti e Conseguenze
- Vittime: L’alluvione causò la morte di 161 persone, con la maggior parte delle vittime registrate nella frazione di Episcopio a Sarno. Le vittime morirono principalmente per asfissia causata dalle masse di fango e detriti che investirono le abitazioni.
- Danni Materiali: Oltre alle perdite umane, l’alluvione distrusse circa 178 abitazioni e danneggiò oltre 450. Le colate rapide di fango investirono i centri abitati, causando danni ingenti alle infrastrutture locali.
- Risposta dei Soccorsi: I soccorsi iniziarono solo dopo diverse ore dall’inizio dell’emergenza, complicati dalla difficoltà di accesso alle aree colpite. La risposta tardiva contribuì ad aumentare il numero delle vittime.
Riflessioni e Riforme
L’alluvione del 1998 portò a una maggiore consapevolezza riguardo ai rischi idrogeologici nella regione. In seguito all’evento, furono attivate misure per migliorare la gestione delle risorse idriche e la sicurezza del territorio. La Prefettura di Napoli istituì una rete di monitoraggio ambientale per prevenire futuri disastri simili.
Conclusione
La frana di Sarno del 1998 rappresenta un tragico esempio delle conseguenze degli eventi meteorologici estremi in aree vulnerabili. Questo disastro ha avuto un impatto duraturo sulla comunità locale e ha sottolineato l’importanza della pianificazione territoriale sostenibile e della manutenzione delle infrastrutture per proteggere le popolazioni da futuri eventi catastrofici. La memoria di questa tragedia continua a essere un monito per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla gestione del rischio idrogeologico in Italia.
2000: Piemonte, Liguria, Lombardia – Esondazioni del fiume Po e circa 40.000 sfollati.
Nel ottobre del 2000, il Piemonte, la Liguria e la Lombardia furono colpiti da una devastante alluvione causata da piogge torrenziali che si verificarono tra il 13 e il 17 ottobre. Questo evento meteorologico estremo portò a ingenti danni e a un bilancio tragico.
Dettagli dell’Alluvione
- Date: L’alluvione si verificò dal 13 al 17 ottobre 2000.
- Cause: Le forti precipitazioni, con accumuli di pioggia che raggiunsero valori eccezionali, provocarono l’esondazione del fiume Po e dei suoi affluenti. In particolare, le zone della Val di Susa, del Canavese e dell’Ossola furono tra le più colpite.
Impatti e Conseguenze
- Vittime: Il bilancio finale fu drammatico, con 24 morti e 4 dispersi.
- Sfollati: Circa 50.000 persone furono costrette a lasciare le loro abitazioni a causa dell’allagamento delle zone colpite.
- Danni Materiali: Le conseguenze furono devastanti per le infrastrutture: edifici, strade, ponti e ferrovie subirono danni ingenti. A Torino, ad esempio, la zona dei Murazzi e il parco del Valentino furono sommersi dall’acqua.
Risposta delle Autorità
Le autorità locali attivarono immediatamente operazioni di soccorso per assistere la popolazione colpita. Furono mobilitati vigili del fuoco e squadre di emergenza per gestire la situazione critica e fornire aiuti alle famiglie sfollate.
Riflessioni a Lungo Termine
L’alluvione del 2000 evidenziò la necessità di migliorare la gestione delle risorse idriche e di adottare misure preventive per affrontare il rischio idrogeologico. In seguito a questo evento, furono avviati progetti per rinforzare gli argini dei fiumi e migliorare il sistema di drenaggio.
Conclusione
L’alluvione del 2000 rappresenta uno dei disastri naturali più gravi che hanno colpito il nord Italia negli ultimi decenni. La memoria di questo evento continua a essere un monito sulla vulnerabilità delle comunità di fronte ai cambiamenti climatici e alla necessità di una pianificazione territoriale sostenibile per prevenire futuri disastri.
1966: Firenze – Un evento storico che ha colpito la città in modo drammatico.
Il 4 novembre 1966, Firenze fu colpita da una delle alluvioni più devastanti della sua storia, un evento che ha avuto conseguenze drammatiche per la città e il suo patrimonio culturale. Questa alluvione è ricordata non solo per l’impatto immediato, ma anche per le ripercussioni a lungo termine sulla gestione delle emergenze in Italia.
Dettagli dell’Alluvione
- Cause: L’alluvione fu causata da un’eccezionale ondata di maltempo che colpì il centro-nord Italia, con dieci giorni di piogge incessanti. Nella notte tra il 3 e il 4 novembre, il fiume Arno esondò a causa di un accumulo di acqua che raggiunse portate eccezionali, stimando circa 4000 m³/s, ovvero 40 volte il normale. Le dighe di Levane e La Penna, situate a monte della città, furono inizialmente accusate di aver contribuito al disastro, ma studi successivi dimostrarono che avevano in realtà aiutato a contenere la piena.
- Impatto: L’esondazione dell’Arno portò a un’onda alta fino a 5 metri che si riversò nel centro storico della città. Le strade si trasformarono in fiumi impetuosi, sommergendo edifici storici e causando danni incalcolabili. Si stima che circa 600.000 tonnellate di fango e detriti invadessero le strade e gli edifici.
Conseguenze
- Vittime: L’alluvione causò la morte di 17 persone, mentre altre fonti indicano un totale di 35 vittime nella regione.
- Danni Culturali: L’alluvione danneggiò gravemente opere d’arte, biblioteche e archivi storici. Molti capolavori furono compromessi, con danni irreparabili per alcuni. La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e l’Archivio di Stato furono tra le istituzioni più colpite.
Risposta e Solidarietà
La risposta all’emergenza fu caratterizzata dalla mobilitazione della cittadinanza e da un grande spirito di solidarietà. Migliaia di volontari, noti come “angeli del fango”, giunsero da tutta Italia e anche dall’estero per aiutare nella pulizia e nel recupero delle opere d’arte danneggiate. La mancanza di un sistema nazionale di protezione civile emerse chiaramente durante questa crisi, portando alla creazione nel 1970 della Legge 996, che stabilì norme per il soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità.
Conclusione
L’alluvione del 4 novembre 1966 rappresenta un evento storico fondamentale per Firenze, non solo per i danni materiali e umani subiti ma anche per l’evoluzione della gestione delle emergenze in Italia. La memoria di questo disastro continua a influenzare le politiche attuali riguardanti la prevenzione delle alluvioni e la protezione del patrimonio culturale.
PER NON PARLARE dell’ alluvione catastrofica del POLESINE, dove il PO inondò tutta o quasi la Valle Padana, e che io ricordo benissimo.
Avvenuta nel novembre 1951, è stata uno degli eventi catastrofici più devastanti della storia italiana. Ecco un riepilogo dei principali dettagli:
Oltre 100 vittime e circa 180.000 sfollati.
Allagamento di oltre 1.130 km² di terreno agricolo, con danni a 4.100 abitazioni, 13.800 aziende agricole, e 2.500 macchinari agricoli.
La portata delle rotte degli argini raggiunse i 7.000 m³/s, causando una rapida inondazione dell’area.
Conseguenze sociali ed economiche:
Molti abitanti furono costretti a lasciare le proprie case; circa 80.000 non vi fecero più ritorno, contribuendo a una significativa migrazione post-bellica.
I danni materiali furono stimati in circa 400 miliardi di Lire, equivalenti a oltre 7 miliardi di Euro attuali.
Ripeto:
L’alluvione del Polesine del 14 novembre 1951 rappresenta uno dei disastri idrogeologici più gravi della storia italiana, con un impatto devastante sulla regione e una lunga scia di sofferenza per le popolazioni colpite.
Dettagli dell’Alluvione
- Data: L’evento si verificò la sera del 14 novembre 1951.
- Cause: L’alluvione fu innescata da piogge incessanti che provocarono la rottura degli argini del fiume Po in più punti, in particolare a Occhiobello e Canaro. La prima rottura si verificò alle 19:45, seguita da altre due in rapida successione, causando un’immediata e devastante esondazione.
Impatti e Conseguenze
- Vittime: L’alluvione causò la morte di 89 persone, con altre stime che parlano di oltre 100 morti. La maggior parte delle vittime si registrò a Frassinelle, dove molti annegati furono trovati in situazioni disperate.
- Sfollati: Circa 180.000 persone furono costrette ad abbandonare le loro case, con molte famiglie che non poterono mai ritornare. Le immagini degli sfollati, con volti segnati dalla paura e dalla perdita, toccarono profondamente il cuore degli italiani.
- Danni Materiali: I danni furono ingentissimi: oltre 107.000 ettari di terreno agricolo furono allagati, distruggendo raccolti e allevamenti. Si stimarono danni per circa 400 miliardi di lire dell’epoca (equivalenti a oltre 7 miliardi di euro odierni). Circa 60 km di argini e oltre 950 km di strade furono distrutti o danneggiati, con la perdita di migliaia di abitazioni e aziende agricole.
Risposta e Solidarietà
La catastrofe mobilitò una vasta campagna di solidarietà a livello nazionale. I soccorsi giunsero da diverse parti d’Italia, inclusi i fucilieri del San Marco della Marina Militare, che si distinsero nelle operazioni di salvataggio. La risposta della comunità italiana fu un esempio di unità e resilienza nel momento del bisogno.
Riflessioni a Lungo Termine
L’alluvione del Polesine ha avuto un impatto duraturo sulla gestione delle risorse idriche in Italia. Ha evidenziato l’importanza della manutenzione degli argini e della pianificazione idraulica per prevenire futuri disastri. Inoltre, ha portato a una maggiore consapevolezza riguardo ai rischi idrogeologici e alla necessità di strategie efficaci per la protezione delle comunità vulnerabili.
Conclusioni
L’alluvione del Polesine rimane un capitolo tragico nella storia italiana, simbolo delle conseguenze devastanti che possono derivare da eventi naturali estremi. La memoria di questo disastro continua a essere un monito per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla gestione sostenibile delle risorse idriche nel nostro paese.
L’elenco delle alluvioni in Italia evidenzia la vulnerabilità del territorio nazionale a eventi meteorologici estremi, che negli anni hanno causato danni ingenti e perdite umane significative. Ogni evento rappresenta una lezione importante sulla necessità di una gestione sostenibile delle risorse idriche, della cura delle infrastrutture e della pianificazione urbana.Le alluvioni, come quelle del Polesine nel 1951 e di Firenze nel 1966, non solo hanno avuto un impatto immediato sulle comunità colpite, ma hanno anche influenzato le politiche di protezione civile e di prevenzione dei rischi idrogeologici nel corso degli anni. La memoria di questi eventi drammatici serve da monito per affrontare le sfide future legate ai cambiamenti climatici e alla crescente incidenza di fenomeni estremi.Inoltre, la solidarietà mostrata dalle comunità e dalle istituzioni durante e dopo queste calamità è un esempio di resilienza e unità, dimostrando come le persone possano unirsi per superare le difficoltà. È fondamentale continuare a investire in infrastrutture adeguate e in sistemi di allerta per ridurre il rischio di futuri disastri e proteggere le vite e i beni delle persone.
Un esempio di ormai antica intelligenza.
Il Fiume Pescia nella città omonima ( Pistoia ) a suo tempo non lo costrinsero in spazi troppo stretti; fra alti e pericolosi argini di terra, Fra i muraglioni gli lasciarono lo spazio della sua naturale larghezza. Essendo il fiume Pescia a regime fortemente torrentizio, in inverno arrivano delle piene paurose che occupano tutta la larghezza del letto attuale ma non hanno mai fatto danni alla città, eccetto che in pianura dove lo hanno costretto in spazi che qualdo vuole si riprende !
Non elenco le migliaia di frane, franone, franette, smottamenti, ecc…. !
La si smetta di construire dentro i letti dei fumi e nelle ex PALUDI, e le risorse per cosntruire il Ponte di Messina le si impieghi per fare delle vere urgenti opere di protezione, non per alzare ancora argini di vile terra, destinati a crollare e ricrollare alla prima piena, Si dia nuovamente spazio orizzontale ai fiumi, altrimenti se lo riprendono con la forza !
Il Mondo Multidisciplinare non crede per nulla ai cambiamenti climatici, ma alla furbizia, alla malafede, alla disonestà e alla dabbenaggine di più di qualcuno… si !
Il Mondo Multidisciplinare di Zeno Pagliai.
Un Blog fuori dal coro che parla fuori dai denti.
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Ricerche eseguite dal dott. Zeno Pagliai su fonti ritenute affidabili:
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